Aggressività
Si manifesta con una serie di comportamenti aberranti (es. strillare, lanciare accuse, rifiutare di muoversi, litigare, colpire l’altro), non è mai diretta intenzionalmente contro chi lo assiste o gli sta vicino; si tratta di una manifestazione di stato d’animo d’ira, agitazione o confusione, che deve in qualche modo esprimersi
Reagire sempre con la massima calma; tentare di persuadere il malato con dolcezza, di rassicurarlo, cercare di spostare la sua attenzione verso qualcos’altro
Evitare di rimproverare o peggio, di punire il demente, anche perché, non essendo in grado di capire che il suo comportamento è ingiustificato ed inappropriato, la punizione non serve a nulla
Chiedersi se c’è stata una causa scatenante che ha determinato l’episodio di aggressività (es. il ritrovarsi in un ambiente sconosciuto con gente sconosciuta o quando gli venga richiesta un’abilità che non ricorda più con conseguente frustrazione). Chi conosce bene il malato, spesso, riesce a riconoscere queste crisi all’esordio e quindi a scegliere fra le tante “tattiche di sviamento” quella che meglio si adatta alla situazione
La violenza fisica vera e propria avviene in casi eccezionalmente rari, ma, qualora dovesse manifestarsi, allontanarsi dal malato e cercare una persona a cui chiedere aiuto; cercare di prevenire ulteriori episodi anche con l’uso di terapia farmacologica
I comportamenti aggressivi del malato sono difficili da accettare, soprattutto da parte del care-giver, che si prodiga nell’assistenza; la cosa migliore è dimenticarsene in fretta, non darvi importanza e ricordare sempre che si tratta di una manifestazione di malattia
Nessuno di noi riesce a controllare sempre le proprie reazioni e quindi è illogico sentirsi in colpa per aver risposto d’istinto o in malo modo ad una provocazione inconsapevole del malato; se però il care–giver adotta questo comportamento spesso, ciò significa che è stressato e deve allontanarsi per un po’, facendosi sostituire da qualcun altro nell’assistenza al malato. E’ infatti importante ricordare che sopportare il carico dell’assistenza del demente può sicuramente essere fonte di stress, e che quest’ultimo, se accumulato in eccesso, si trasmette al malato stesso inducendo una maggiore agitazione